Tag: <span>ArciPicenoFermano</span>

L’innovazione sociale nelle aree interne e marginali

Lunedì 18 ottobre presso il circolo “Il Grillo” di Monsampietro Morico si è tenuto un nuovo incontro della serie “Grillo Podcast”, finanziata dalla Regione Marche all’interno del progetto Rigenerarci.

Sara Pau, ricercatrice in Economia presso l’Università di Cagliari, ha partecipato ad una discussione dedicata a “L’innovazione sociale nelle aree interne e marginali”, seguita sia in presenza, presso la sede del circolo, che da remoto grazie alla diretta social (disponibile qui). L’esperienza della relatrice sul tema delle aree interne non si limita al suo lavoro di ricerca: infatti, risiede e lavora in Sardegna, in un’area geografica che presenta caratteristiche economiche e demografiche simili a quelle del Piceno e del Fermano.

Nella presentazione, divisa in tre parti, è stato analizzato l’andamento demografico nel periodo 2002-2018 nel comune di Monsampietro Morico e in quelli confinanti, mettendoli a confronto con il comune di Fermo. Poi sono stati presentati l’evoluzione dei servizi sanitari ed educativi nella zona e le caratteristiche e potenzialità delle “aree interne e marginali” in Italia. Tutti i dati utilizzati sono pubblici (Istat e PNE) e consultabili online.

Oltre alla presentazione dei dati numerici, la relatrice ha presentato alcune questioni aperte sul modo migliore di organizzare i servizi sul territorio: meglio strutture maggiormente efficienti, concentrate nei centri urbani, o strutture più diffuse sul territorio che offrono servizi di qualità più bassa a un costo più alto per la fiscalità? La risposta a questa domanda è tutta politica: dipende da come immaginiamo l’Italia del futuro, sul piano infrastrutturale, umano e sociale. Come spiegato da Sara Pau, non tutti i cittadini hanno uguale accesso a grandi strutture nei centri urbani: spostarsi di molti km ha un costo non solo economico, ma anche umano, relazionale, ha un impatto sulla salute fisica e mentale delle persone. Dobbiamo dunque tenere conto di diverse problematiche che si intrecciano: le pari opportunità di tutti i cittadini all’accesso ai servizi, la qualità e la quantità dei servizi offerti, il costo economico di servizi inefficienti e quello sociale di un’organizzazione inefficiente dei servizi…
La relatrice ha consegnato queste ed altre riflessioni ai giovani e alla comunità di Monsampietro, senza offrire soluzioni preconfezionate, ma lasciando il compito di trovare una soluzione “a misura di comunità” a chi i paesi li abita e ne vuole immaginare il futuro.

La presentazione ha fornito interessanti spunti di discussione, oggetto delle domande del pubblico presente in sala e da remoto. In particolare, si è discusso di come sia importante considerare le aree marginali non come periferie problematiche ma come “poliferie” depositarie di ricchezze culturali, economiche, sociali e creative complementari a quelle delle città, immaginando reti di servizi distribuiti in modo baricentrico tra i borghi.

La relatrice ha messo infine l’accento sul capitale sociale, cioè sull’insieme di quegli elementi in grado di facilitare e rafforzare la cooperazione nelle piccole e grandi comunità. . Si tratta di un concetto che era già emerso, in modo più empirico, nell’incontro che “Il Grillo” ha dedicato ai metodi organizzativi e di lavoro adottati nel mondo contadino dei nostri nonni e nelle grandi aziende informatiche di oggi.Ciò ha rafforzato la consapevolezza che il lavoro che il circolo “Il Grillo”, l’Arci e altre reti di persone stanno facendo sul territorio per costruire comunità basate sulla fiducia e l’inclusione possa essere una delle chiavi per il rilancio delle aree interne e marginalizzate.




“Li cuntadi’ de lu computer”

Dopo una pausa estiva, lunedì 11 ottobre sono riprese le attività organizzate dal circolo Arci “Il Grillo” di Monsampietro Morico all’interno del progetto RIGENERARCI, finanziato dalla Regione Marche con fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

L’incontro, che si è svolto con una parte del pubblico in presenza e una parte collegata alla diretta online, era intitolato “Li cuntadi’ de lu computer”, e ha permesso alla comunità di Monsampietro di discutere e riflettere sul metodo di lavoro adottato da alcune grandi multinazionali del settore informatico, e di come queste organizzazioni abbiano radici sorprendentemente vicine.

Ma cosa c’entrano le multinazionali dell’informatica con un piccolo centro rurale dell’entroterra fermano? In che modo la loro organizzazione del lavoro può essere d’ispirazione alla comunità di Monsampietro Morico?

Questa è stata la prima domanda posta ad Andrea Claudi, software engineer di Red Hat,  un’azienda che lavora esclusivamente su software “open source”, che significa “aperto”.
La risposta è stata quasi straniante: perché queste aziende lavorano con una modalità collaborativa su un progetto aperto a cui chiunque può contribuire e da cui tutti guadagnano, con principi e valori non diversi da quelli… dei nonni contadini!

Nel corso della chiacchierata, il pubblico ha scoperto che concetti come quello dello “reiutu”, secondo cui le famiglie si aiutavano a vicenda nei lavori della campagna, quello di “fiducia reciproca”, quello di “cura dei beni comuni” e di “condivisione”, che stanno sparendo dalla vita delle comunità sfilacciate dallo spopolamento e da modelli di lavoro estremamente competitivi, in cui l’unica cosa che conta è il profitto, non sono ancora passati di moda, e anzi sono la carta vincente di tante realtà che dalla cooperazione guadagnano non solo miliardi di dollari, ma anche prodotti di alta qualità che dominano il mercato.

Il pubblico ha stabilito facilmente la connessione con i fenomeni e le difficoltà incontrate nella vita di tutti noi: che succede se qualcuno all’interno della comunità fa qualcosa contro la comunità stessa e la danneggia? In che modo il codice sorgente aperto, concepito come bene comune dalla comunità open, viene protetto dallo strapotere delle multinazionali dell’informatica, che potrebbero volersene appropriare per trarne profitto in maniera esclusiva? Perché un cittadino qualunque dovrebbe accettare di lavorare gratis a un progetto comune, mentre ci sono altri che sono pagati per farlo? C’è una responsabilità sociale d’impresa in questo lavoro?

In breve, si tratta di problemi che sono condivisi da realtà così diverse perché accomunate dal concetto di “comunità”: che sia un gruppo di artigiani che si supporta a vicenda, una piccola realtà associativa come un circolo Arci, che sia un paese di qualche migliaio di abitanti o una community composta da milioni di persone, i principi fondanti restano sempre gli stessi: avere dei codici di condotta basati su principi etici condivisi, avere interazioni sociali continuative basate sulla fiducia, strategie di comportamento inclusive e rispettose della diversità, in grado di valorizzare ciò che ciascuno può offrire senza esasperare le mancanze, e prendersi cura di un progetto comune che si immagina non solo come proprio, ma come patrimonio comune da preservare, sviluppare e affidare alle generazioni successive. Che si parli di valori, di patrimonio artistico-culturale, di codice informatico, di ambiente naturale, di relazioni umane, in fondo, non fa differenza.

Il prossimo appuntamento è per lunedì 18 alle 21.15, per discutere di dinamiche di spopolamento ed economia. Ospite Sara Pau, economista e ricercatrice presso l’Università di Cagliari.




Costruendo reti

Costruendo reti e collaborazioni: la lunga estate del circolo Arci “Il Grillo” di Monsampietro Morico; le attività svolte nell’ambito del progetto RigenerArci.

A luglio (domenica 11 e domenica 18) il circolo arci “Il Grillo” aveva ospitato i primi due incontri relativi al tema del terremoto e dello spopolamento previsti all’interno del progetto Rigenerarci, finanziato dalla Regione Marche con fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Gli incontri con professionisti e ricercatori di varie discipline previsti dal progetto hanno come obiettivo quello di fornire alla cittadinanza del paese, inserito nel cratere sismico 2016, una maggiore consapevolezza delle dinamiche correlate al terremoto e alla gestione del terremoto, al fine di trovare insieme strumenti per ricostruire il tessuto sociale della comunità e immaginare un futuro diverso, da protagonisti del proprio territorio e della propria comunità, anche stabilendo connessioni positive con altre realtà che vivono esperienze simili.

Attraverso il dialogo con la psicologa Martina Pallottini (qui il video integrale dell’incontro dell’11 luglio) e il ricercatore Davide Olori, membro del collettivo di ricerca Emidio di Treviri (il cui intervento è disponibile qui), i partecipanti hanno riflettuto insieme su quali sono le risorse che la comunità monsampietrina può attivare per diventare sempre di più protagonista del suo futuro e integrata nella più ampia comunità provinciale e regionale. 

In che modo le piccole comunità sono state trasformate dal trauma del terremoto del 2016, e quali sono, sul piano psicologico, i modi per superare positivamente gli eventi traumatici che hanno colpito la comunità locale?
E in che modo le scelte operate dai poteri pubblici nel post-terremoto hanno velocizzato lo spopolamento e lo sfilacciamento delle comunità delle aree interne?

Nel primo incontro, la psicologa Martina Pallottini ha spiegato i concetti di trauma e marginalità, aiutando il pubblico a riflettere sulla comune esperienza traumatica e sulla condivisione di sofferenza e sintomi. Il piccolo momento conviviale seguito all’incontro ha dato l’occasione al pubblico di fare ulteriori domande alla relatrice, e continuare a discutere delle riflessioni personali scaturite dalla lezione.

Il sociologo Davide Olori ha invece portato a Monsampietro alcuni dei risultati scientifici prodotti dal collettivo di ricercatori Emidio di Treviri, impegnato sin dall’agosto 2016 sul “fronte del sisma”. Il progetto di ricerca multidisciplinare ha evidenziato con solide basi scientifiche l’inadeguatezza delle soluzioni calate dall’alto senza tenere conto dei bisogni reali delle popolazioni colpite.
Tra le soluzioni positive sperimentate in alcune aree del cratere, le comunanze (aree di territorio condivise tra l’intera comunità che le sfrutta congiuntamente) hanno suscitato particolare interesse tra il pubblico, che ha partecipato attivamente alla discussione con domande e commenti.

In conclusione, entrambi i relatori hanno individuato gli elementi cruciali per affrontare in modo costruttivo il disorientamento, lo sradicamento e la rabbia suscitati dal trauma e da scelte amministrative non concordate con la comunità: condivisione, organizzazione e creatività.

In chiusura del secondo incontro, il circolo è stato invitato a mandare un suo rappresentante alla “Scuola di Fornara” organizzata dal collettivo Emidio di Treviri per l’inizio di settembre, realizzando un primo importantissimo risultato: la costruzione di una connessione più duratura all’interno del territorio del cratere e la riduzione del senso di marginalità di entrambe le comunità locali.

L’8 agosto, inoltre, il circolo ha organizzato un “Pic-nic tra gli ulivi”, evento ludico-ricreativo che mirava a ricostruire legami personali e offrire un momento di condivisione all’interno della comunità di residenti e non residenti monsampietrini separata da anni di spopolamento.
Nonostante le difficoltà tecniche legate all’organizzazione di un evento del genere nel contesto pandemico (a soli due giorni dall’introduzione del Green Pass obbligatorio), il pic-nic è stato un successo: “nonostante regole, protocolli, zanzare, riscaldamento globale e lasciapassare assortiti. È un’estate col vino bianco caldo questa, ma è bello lottarci contro e di sicuro preferiamo uscire da questa benedetta Rete e andare nel mondo vero a fare davanti e insieme a voi, dicendo quello che abbiamo da dire, piuttosto che sparire, nasconderci, aspettare. Fare piuttosto che non fare.”

Dopo qualche settimana di meritato riposo e l’intenso susseguirsi di lezioni, dibattiti, scambi e conoscenze della “Scuola di Fornara”, il circolo si prepara a rilanciare le attività.

I prossimi incontri si focalizzeranno sulle dinamiche dello spopolamento da una prospettiva storico-economica e su mezzi, idee, strategie per disegnare un futuro nuovo.     

Maggior dettagli saranno pubblicati su questo blog, sulla pagina Facebook del progetto Rigenerarci e sulla pagina Facebook de “Il Grillo”.


Il libro “Sul fronte del sisma”, contenente i risultati delle ricerche del collettivo Emidio di Treviri, di cui una copia è stata donata al circolo, può essere consultato e preso in prestito da tutti i soci che desiderino approfondire l’argomento. (Il libro può anche essere acquistato online o in libreria: Emidio di Treviri, Sul fronte del sisma – Un’inchiesta militante sul post-terremoto dell’Appennino centrale, DeriveApprodi, 2018.)




Trauma e Marginalità

Trauma e Marginalità – Il Grillo Podcast RigenerArci Ep. 1 con la Dott.ssa Martina Pallottini; incontro dell’11 luglio. Nel primo incontro del progetto RigenerArci si è parlato di due grandi temi: trauma e marginalità.
Sono importanti sia a livello psicologico che sociale, soprattutto in merito alle comunità come Monsampietro Morico che, in seguito ad eventi traumatici, come il terremoto del 2016 e la pandemia da covid-19, hanno subito agli occhi dei singoli e della comunità un cambiamento riguardo all’immagine stessa del paese.

Questo incontro si propone di condividere i possibili effetti che un evento traumatico può determinare sulle persone, e dunque sulla comunità, mostrare cosa significa vivere un trauma e spiegare il concetto di “comunità marginalizzata”.

Si propone anche di visualizzare una possibile soluzione al trauma e al senso di isolamento.

RigenerArci è un Progetto finanziato dalla Regione Marche con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 72 D .Lgs. n. 117/2017). 




Nuovo ciclo di incontri sugli effetti psicologici degli eventi traumatici

A cura del Circolo Arci IL GRILLO e del Comitato Arci Piceno Fermano, nell’ambito del progetto RigenerArci di Arci Marche

RigenerArci è un Progetto finanziato dalla Regione Marche con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 72 D .Lgs. n. 117/2017). 




La favola di Orfeo ed Euridice

A Monsampietro Morico il 26 e 27 giugno è andata in scena la rappresentazione teatrale “La favola di Orfeo ed Euridice”, grazie all’impegno del circolo Arci “Il Grillo” e al supporto di Arci Marche col progetto RigenerArci, finanziato dalla Regione Marche nel 2019 e attivato in questi mesi, dopo lo stop imposto dalla pandemia.

Il circolo “Il Grillo” ha deciso di lanciare una seconda edizione dell’evento dopo il grande successo dello scorso anno: visto il tutto esaurito in pochi giorni e l’apprezzamento generalizzato, l’idea che “La favola di Orfeo ed Euridice” possa diventare un appuntamento fisso in occasione del solstizio d’estate inizia a farsi strada, come strumento per trasformare il paese in una tappa obbligata degli itinerari turistici marchigiani.

L’evento è unico: la sceneggiatura originale è stata disegnata appositamente per un percorso campestre intorno a Monsampietro Morico e ha come centro di gravità l’antica fonte del paese, a lungo abbandonata e tornata adesso a nuova vita grazie a questo spettacolo e all’impegno dei soci del circolo che, come l’anno scorso, si sono prestati a ore di lavoro volontario sotto il cocente sole di giugno per renderla fruibile al pubblico.

Tutto lo spettacolo è ad impatto zero: per palcoscenico i campi, le colline, la fonte, le strade campestri e, sullo sfondo, il castello medievale di Monsampietro Morico; come quinte la lussureggiante vegetazione estiva, che permette agli attori rapidi cambi d’abito al riparo dagli sguardi degli spettatori. L’illuminazione è tutta naturale, e l’accurato calcolo dei tempi permette di sfruttare il sole che tramonta per creare suggestivi giochi di luci ed ombre. Anche l’amplificazione è data esclusivamente dagli echi restituiti dalle colline e dalla struttura cavernosa della fonte, che permette effetti sonori impensabili in un teatro al chiuso.

La quarta parete non esiste né sul piano fisico – gli spettatori si distribuiscono a cerchio attorno alla scena, creata con pochi arredi costruiti con materiali riciclati, né sul piano formale, perché i personaggi interagiscono col pubblico, che risponde con semplici frasi, battiti di mani e, naturalmente, seguendo Orfeo nel percorso verso l’Inferno e ritorno.

La seconda edizione ha creato qualche sudore freddo sul piano organizzativo. “La pandemia ha reso impossibile per esercenti e imprenditori locali fare donazioni cospicue come quelle dello scorso anno” – spiega il tesoriere del circolo, Eros Evandri. “Con un cast numeroso, l’evento non è proprio a costo zero. Fortunatamente abbiamo potuto contare sul supporto di Arci Marche e del progetto RigenerArci: fare parte di un’organizzazione fondata sulla solidarietà e sulla cooperazione ha fatto la differenza!”

Seconda fonte di preoccupazione, il fischio d’inizio della partita dell’Italia sabato 26 alle 21.00, in leggera sovrapposizione alla rappresentazione che terminava alle 20.30. Però, tutti i prenotati si sono presentati all’appello e si sono persino trattenuti a compilare dei questionari di gradimento dai toni lusinghieri.

“Sabato ho capito una cosa” – ha affermato l’autore della sceneggiatura e regista Gabriele Claretti. “L’Italia è un Paese fondato sul pallone, ma anche sul teatro. Nonostante la partita, gli spettatori hanno fatto decine di km per arrivare in un paese sperduto che molti non avevano nemmeno mai sentito nominare!”

Il circolo “Il Grillo” ha vinto ancora una volta la sua scommessa contro gli effetti del terremoto e della pandemia trasformando l’intero paese in un teatro a cielo aperto capace di accogliere centinaia di spettatori su due giorni, e getta il guanto di sfida allo spopolamento. “L’anno scorso lo spettacolo è stato soprattutto per la nostra comunità, ma quest’anno abbiamo attirato spettatori da tutta la provincia di Fermo e Ascoli, e qualcuno anche da più lontano. Molti spettatori si sono fermati a visitare il paese e a mangiare nei ristoranti locali, dimostrando che la cultura è fonte di scoperte e ricchezza: basta crederci e lavorare tutti insieme”, commentano le giovani e i giovani del direttivo del circolo.

Le prossime attività in programma all’interno del progetto RigenerArci sono due appuntamenti formativi sugli effetti psicologici e sociologici degli eventi traumatici, l’11 e il 18 luglio, per capire le dinamiche in atto e trovare insieme soluzioni concrete a misura di comunità.
Maggiori informazioni sulle pagine Facebook https://www.facebook.com/IlGrilloAps e https://www.facebook.com/RigenerArci.

RigenerArci è un Progetto finanziato dalla Regione Marche con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 72 D .Lgs. n. 117/2017).




“Siamo stati molto preoccupati…”

L’ultima iniziativa di questo 2020, all’interno del progetto Riesco Marche Reti Inclusive E Solidali per la Comunità, è un laboratorio per bambini realizzato in collaborazione con la Comunità di Capodarco. Sotto la guida della Dottoressa Martina Pallottini Psicologa giocano con la fantasia ed esplorano la realtà e le emozioni che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Grazie a cartelloni e pennarelli, l’intruso del 2020, il coronavirus, acquista colori e forme nuovi e non fa più troppa paura.Nel laboratorio “+complici +forti” i bambini interagiscono, condividono pensieri, esperienze e riflessioni sulla quarantena, definiscono le emozioni ad essa connesse e immaginano un nuovo mondo post-COVID.Un ottimo modo per augurarci – e augurarvi – un 2021 di speranza.??

“Siamo stati molto preoccupati degli altri con il Covid perché sono stati in ospedale e …”




Consumi e informazione

Ed ecco il quarto video della serie “Scenari post-covid. Un’idea di futuro che parte dal sociale”, che si concentra su “Consumi e Informazione”

Il nostro Michele Franca, giovane laureato in Economia, ci guiderà alla scoperta di risposte alle domande…

? in che modo i mercati reagiscono alle ricerche degli utenti sul web?

? in che modo lo stress e la paura influenzano i consumi?

? in che modo l’informazione manipola le scelte dei consumatori?

? cos’è “l’effetto gregge”?

? cos’è la “teoria dei nudge”?

? quanto è importante un’informazione trasparente e una maggiore partecipazione democratica?

Seguite il video per trovare le risposte… e non dimenticate di lasciare un vostro commento! La serie fa parte del progetto Riesco Marche Reti Inclusive E Solidali per la Comunità (attività a cura di Arci Piceno Fermano)




Paesaggio, territorio, ambiente.

Ecco il terzo video della serie “Scenari post-covid. Un’idea di futuro che parte dal sociale”, che si concentra su “paesaggio”, “territorio” e “ambiente”.

Il nostro Michele Franca, giovane laureato in Economia, ci guiderà alla scoperta di risposte a queste domande… quali sono le definizioni di “paesaggio”, “territorio” e “ambiente”? ? che posto occupano nella Costituzione Italiana? ? chi ha il potere di controllare il territorio e pianificarne l’uso – Comuni, Regioni… o cittadini? ? qual è la definizione di “paesaggio” sul piano storico e culturale? ? che cos’è il “codice dello spazio”? ? qual è il rapporto tra salute e paesaggio?Seguite il video per trovare le risposte… e non dimenticate di lasciare un vostro commento!

La serie fa parte del progetto Riesco Marche Reti Inclusive E Solidali per la Comunità.




La mente e il corpo (terza lezione)

Terza lezione del video-percorso di psicologia e cultura per il progetto Riesco Marche Reti Inclusive E Solidali per la Comunità.

Con la Dott.ssa Valentina Virgili Psicologa, parleremo dell’interconnessione mente-corpo e di come le terapie ad orientamento psico-corporeo possano essere efficaci per l’elaborazione dei vissuti traumatici.

Ospite della puntata, il dott. Francesco Frigione, psicoanalista e psicodrammatista che ci spiegherà cos’è lo psicodramma.