Ragazzi di Jesi

Ragazzi di Jesi / La memoria dei Luoghi. Si è concluso giovedì 16 settembre il quarto e ultimo laboratorio diretto da Arci Voce aps per il progetto RigenerArci. Questa volta ha partecipato al percorso sulle memorie il Circolo Arci la Casa di Carte di Jesi; il filo conduttore in questo viaggio attraverso le memorie è stato il ricordo di Ivo Pasquinelli, un ragazzo partigiano di Jesi che il 3 aprile 1944 fu fucilato dai tedeschi nel carcere di Sforzacosta; era stato catturato a gennaio lungo la costa tra Civitanova e Porto Recanati mentre accompagnava due piloti inglesi che dovevano imbarcarsi su un sommergibile che li aspettava in quel tratto. Ivo aveva venti anni ed era aggregato ai partigiani del San Vicino, del gruppo presso la Porcarella dove era il campo di lancio usato per rifornire il gruppi partigiani – lo stesso gruppo di partigiani presso i quali, come ha ricostruito lo storico Ruggero Giacomini, sarebbe nata per la prima volta la canzone Bella Ciao. Di Ivo Pasquinelli ci sono poche notizie, era ancora troppo giovane, di lui ricordano che amava cantare e suonare la chitarra, che era sempre allegro e pronto ad animare e sostenere la compagnia. Il circolo arci dove si è svolto il laboratorio è stato da sempre dedicato a Ivo Pasquinelli e all’ingresso c’è una targa a lui intestata, restaurata lo scorso 25 aprile con una cerimonia organizzata insieme all’Arci dalla sezione Anpi di Jesi, che giovedì scorsa ha aperto l’evento conclusivo del laboratorio portando un proprio saluto.

Le altre storie raccontate durante la serata sono state quelle di Armando Magnani e Primo Panti, fucilati dai fascisti a ventiquattro ore di distanza davanti allo stesso muro in via delle Orfane a Jesi, l’8 e il 9 febbraio 1944. In quel muro – che meriterebbe un restauro conservativo e una maggiore attenzione – sono visibili ancora oggi i segni dei proiettili che lo colpirono in quell’occasione. Poi è stata raccontata la storia dei martiri di via Cannuccia, 5 contadini innocenti e un ragazzo presie uccisi durante un rastrellamento il 26 aprile del 1944 nelle campagne presso Jesi, tra il Musone e l’Esino; e poi lstoria dei martiri del XX giugno, i sette ragazzi torturati brutalmenten e poi uccisi nella campagna di via Montecappone, alla periferia di Jesi, il 20 giugno 1944. A ciascuna storia è stata dedicata una lettura e una canzone, su testi preparati o raccolti e condivisi insieme, collaborando insieme Arci Voce e il circolo la Casa di Carte. In chiusura anche un vecchio racconto che è quasi una leggenda dimenticata, ma certamente accaduto davvero in città, mento tragico delle altre storie, che narra di uno sberleffo giocato alle camice nere.

Anche l’esito di questo laboratorio è stato positivo, così come gli altri tre già realizzati tra giugno e settembre, e sicuramente seguiranno altre attività simili, in collaborazione e in rete con i circoli arci del nostro territorio (La Resistenza nel fabrianese; Pantiere, memorie di un borgo; Donne Combattenti).